riportiamo l’esperienza Congresso interazionale EdC
Quel che è stato a Nairobi (Kenia) la scorsa settimana lascerà un inevitabile esempio per i postumi. Un atto di coraggio che si è espresso con una certa solennità nella coscienziosa firma personale di un Patto nel quale gli imprenditori, promettono di spendere la propria vita per contribuire alla costruzione di un mondo più giusto, equo e fraterno.
Probabilmente un patto sul quale lascerebbe la propria firma qualsiasi buon cristiano senza troppe remore. Ma per l’imprenditore, Homo Oeconomicus per definizione, le cui principali teorie economiche vogliono che sia razionale e attento esclusivamente alla cura dei propri interessi individuali, questo patto promette di vivere distaccati dal piano della logica del profitto, degli interessi spesso ciechi e poco dignitosi di un mercato che porta perfino a compiere scelte di fronte le quali si indignerebbe il più lontano dei credenti.
Non è un caso che questo passo sia stato compiuto proprio in Africa. Terra che ha vissuto e vive conquiste, sfruttamento e speculazioni a vantaggio di multinazionali e imprenditori che barbaramente hanno danneggiato le bellezze di terre e culture di questi popoli. Una risposta indignata che se concretizzata sarebbe meritevole di poter essere fregiata del titolo di “rivolta non violenta” come quella portata avanti dal Mahatma Gandhi che condusse l’india all’indipendenza.
Qui non si tratta solo di indipendenza dalle multinazionali extra continentali qui si tratta di imprenditori che nel loro fare impresa intendono mettere la persona al centro al di là del loro credo, imprenditori che si impegnano nel creare e nel mettere in comunione le risorse, le conoscenze e le difficoltà nell’ottica della condivisione dei primi cristiani. Questi imprenditori hanno promesso di spendere la propria vita come apostoli di questo nuovo agire economico, pionieri di una Economia di Comunione (EdC).
Come le riconversioni industriali in tempi di innovazioni tecnologiche sono facilmente attuabili quando si comincia da zero, allo stesso modo sono certa che il popolo Africano, in vantaggio proprio perché “comincia oggi”, avrà da insegnare al mondo come si porta avanti una buona economia ed un modo di fare impresa che coltivi l’equità, la giustizia e la fraternità.
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di Stefania Nardelli





