Convegno svoltosi a Pescara 27/09/2014

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Accolti dalla bella struttura del Park Hotel di Villa Immacolata di Pescara, posta su una altura dalla cui posizione, grazie anche al tempo favorevole, si dominava parte della costa abruzzese è iniziato il primo convegno interregionaleAbruzzo e Molise fb: EDCAbruzzoMolise – con oltre 150 presenze, dal titolo “Insieme per un’altra economia si può” e sottotitolo “Economia di Comunione, condizione imprescindibile per la speranza”. L’interesse di tutti è stato da subito alto e i relatori hanno saputo interagire attingendo alla profondità dei loro cuori ed esperienze, creando una atmosfera di appassionata partecipazione. Chiara Grillo con la sua chitarra e straordinaria voce ha saputo raccogliere l‘attenzione su cui poi Antonella Allegrino che ha coordinato gli interventi, ha rivelato la radice che ha dato vita al convegno.

Partiamo dal contributo di P. Notker Wolf Abate primate dei benedettini ci parla dell’avarizia che ha fatto dire a San Benedetto di vendere ogni prodotto con il prezzo più basso. “al centro sta l’uomo e si realizza solo di fronte a Dio”; la molteplicità dei caratteri è una ricchezza per tutti, così narra come ogni volta che bisogna decidere una cosa importante l’Abate convoca tutti i fratelli per consultarsi con loro, “tutti” perché Dio spesso ispira i giovani. San Benedetto ha dato anche un ordine alla vita 1/3 preghiera 1/3 lavoro 1/3 lettura, un equilibrio che fa lasciare la “penna” o “chiudere il computer” quando scocca l’ora. Nella mentalità benedettina sono tre i punti cardine 1) l’autoresponsabilità 2) la corresponsabilità nella comunità 3) non perdere le radici che Dio ci ha dato.

Ha incalzato P. Quirino Salomone Padre francescano che riprende il pensiero di San Benedetto e lo spinge nella modernità del tempo di San Francesco. Pietro da Morrone benedettino tifoso di Francesco stigmatizzava che la causa di tutti i mali è la ricchezza e il potere, due facce dell’unica medaglia/vizio: potere e ricchezza. Bernardino da Siena fondava la parola economia dall’etimologia: oicos (casa) nomia (regole) che porta il suo progetto alle regole di casa, non alla concorrenza del mercante, in famiglia nessuno è mercante, infatti la città mercantile avvelenava le relazioni. L’amministratore è la mamma e l’economia è il gesto della mamma che apparecchia in famiglia, l’economia fa si che ci sia posto e festa per tutti. Infine nel riprendere dal Vangelo il passo in cui Gesù parla alla folla “voi sapete dare cose buone…” dice siate economi, se un figlio chiede un pane non date una pietra.  Non essere commercianti capaci di disprezzare quel che comprano e mentire su quel che vendono, essere economi cioè non mentire, non rubare.  Conclude riportando un episodio di San Bernardino da Siena, grande oratore, in piazza davanti ai grandi avari, usurai, si presentò e disse: “voi ricchi, pensate che grande onore avete, Dio vi fa dispensatori dei suoi doni, voi potete farlo, avete un grande onore, restituite quel che avete rubato!”

Il contributo di Fioravante Allegrino quale Direttore  della SOGEDA SRL, dopo il riferimento all’importante esempio del padre in azienda ci dona esperienze di profondo e partecipato rispetto per i collaboratori e fornitori praticato in forme diverse. Si comprende come il collaboratore deve sentirsi parte al progetto dell’azienda. Autenticità, fiducia, fedeltà dei rapporti aiutano la diffusione della comunione, valori che l’azienda porta in nuce da sempre.

Il pensiero della Caritas in Veritate attraverso una lettura laica è affidato al prof. Bacceli Giuseppe dell’università di Pescara, il discorso della carità è posto al centro della riflessione – esistono delle cose così come sono indipendentemente da come le guardiamo, l’Enciclica prende posizione e la verità è al centro. La verità, dunque serve per distinguerla dal sentimentalismo, infatti senza carità la verità scivola nel sentimentalismo, la carità eccede la giustizia e senza la giustizia non c’è la carità, il dono viene dopo.

La giustizia in quale rapporto sta con l’efficienza, la produzione, il creare ricchezza? L’analisi economica dagli anni 50 ha creato questa dicotomia, le nostre società sono basate su questa distinzione prima si produce poi si distribuisce oggi infatti l’impresa fa l’impresa e lo Stato preleva imposte per distribuirle, questo fino a tempi recenti.         La globalizzazione ha fatto saltare la dicotomia: lo Stato che preleva e trasferisce sul proprio territorio, ma i mercati oggi sono globali, quindi non può esistere un prima e un dopo: occorre riportare  la giustizia nei processi produttivi, nelle attività produttive e sviluppare attività no-profit.

L’imprenditore e presidente della AIPEC Livio Bertola ci parla dell’Economia di Comunione che nasce dall’indignazione e coraggio di fare qualcosa, dove la speranza (San Agostino) ha due figli rabbia e coraggio, sapersi indignare sulle cose che non vanno e provare a far qualcosa, così viene descritto l’impegno di l’AIPEC.  La comunione ispira AIPEC e si domanda cosa possiamo fare per aiutare gli altri? Associarsi  per dare, talenti, idee, fantasia…  dobbiamo essere felici di fare il bene degli altri.

Segue il collegamento del prof. Luigino Bruni che introduce il tema della gratuità presente non solo nell’economia ma nella vita, senza la quale si “muore”. La gratuità è impagabile, non è prezzo zero ma prezzo infinito. Il contratto di lavoro compra la parte meno importante del lavoro (a che ora entro, a che ora esco, cosa faccio), non il come lo faccio, ma senza questa parte importante che è gratuità, l’azienda fallisce.     Sollecita i manager a stare nel luogo del lavoro perché se non si sta in mezzo ai lavoratori se non si guardano non si vede il “dono”.

Nell’EDC si guarda la persona e per quanto possa essere infelice, degradata, la fa diventare quel che è come non ancora, già;  ricorda poi che una legge che presuppone l’uomo fannullone ed egoista produce uomini fannulloni ed egoisti. (così come prima ricordato dal prof. Bacceli.) San Benedetto e San Francesco sono due dimensioni fondamentali dell’Economia di Comunione, Bruni racconta le due importanti esperienze che Chiara Lubich ha avuto dall’incontro con questi carismi.

Infine un’affermazione sfida: l’economia normale ha la vocazione alla gratuità non il no profit, se si toglie la gratuità dalla vita economica si hanno due effetti devastanti la gratuità diventa: “se non c’è cambia poco!” (limoncello) “le aziende perdono il di più in impegno per passione, non solo per contratto!” Il pubblico ha poi potuto fare alcune domande che hanno approfondito o precisato gli argomenti trattati. Nel pomeriggio si sono organizzati cinque gruppi di lavoro con 13/14 persone ognuno. Un’ora e mezza fatta di conoscenza reciproca, domande, risposte trovate insieme, prodromi di comunione che hanno dato luogo a cinque relazione ricche di spunti e idee.

Giovanni Arletti imprenditore di Carpi e vice presidente di AIPEC, ha concluso elogiando la fluidità del convegno, la gratuità di coloro che hanno reso possibile l’evento, e commosso della presenza di tanti movimenti: neocatecumenali, Comunione e Liberazione, Focolari, Francescani, END, non credenti, ci dice “già questo è una testimonianza, è una giornata che è valsa la pena vivere”.

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