20151226_festa senegalese con i profughi a marene_ridSabato 26 dicembre, presso il ristorante hotel Ramè, l’AIPEC ha avuto modo di partecipare ad un evento speciale: “Natale da rifugiato” a Marene.

Evento inserito in una delle Giornate culturali per l’accoglienza e la solidarietà organizzate da Cooperativa Pollinico, Associazione Don Luciano Pasquale, Associazione “Muovi le mani per Marene”, Associazione 3S, Ristorante Ramè.

Riportiamo di seguito l’articolo di Elisabetta Gurlino:

“Raccontare di un’esperienza vissuta con grande partecipazione emotiva non è sempre un processo facile e immediato. Talvolta capita sulla bocca la frase perfetta con cui cominciare il discorso, l’ispirazione è bilanciata alla mole di informazioni da gestire e il tutto risulta di semplice elaborazione. Altre volte, come adesso per me, non si sa da che parte cominciare. Proprio come se mancasse il linguaggio, come se si ci dovesse esprimere in una lingua che in realtà non si conosce, ma che è quella che tutti attorno parlano. E forse, se vogliamo, questa sensazione si può collegare a ciò che si prova nel doversi esprimere in una lingua nuova e a doversi ambientare in un contesto mai sperimentato prima. Di qui, mi vengono in mente proprio quei rifugiati che io, mia mamma Enrica, Consigliere Nazionale dell’AIPEC e Livio Bertola, il suo Presidente, in data 26 dicembre, siamo andati a trovare a “Ramè”, ristorante e hotel a Marene, in provincia di Cuneo. Già il 12 dicembre era stata organizzata proprio in questo centro una giornata di scambio e festa dell’AIPEC, in occasione del Natale, a cui era presente tutto il Consiglio Direttivo Nazionale dell’associazione, i soci e i nuovi membri.

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Il 5 ottobre di quest’anno si è venuta a costituire l’associazione “Muovi le mani per Marene”, che ha accolto una quarantina di migranti, in maggioranza senegalesi, maliani e pakistani, che si sono resi disponibili nello svolgere attività di volontariato per la comunità marenese e che al momento risiedono proprio a “Ramè”. Questo è potuto avvenire grazie al fondo di 3 mila euro che la Giunta Comunale ha concesso all’associazione, soprattutto per coprire in parte i costi necessari per stipulare una polizza assicurativa di responsabilità civile e infortuni per i rifugiati. Il sindaco Roberta Barbero ha da subito abbracciato con entusiasmo questa causa umanitaria, appoggiata e portata avanti anche da Teresa e Mario, i proprietari del residence “Ramè”.
“Muovi le mani per Marene”, quindi, mette in moto un vero e proprio scambio: al momento 16 volontari si sono attivati organizzando lezioni di italiano, corsi di manualità e lavorazione del legno, dell’argilla, della creta e del bambù. Con quest’ultimo materiale, ad esempio, i rifugiati stanno realizzando delle scope che utilizzeranno nei prossimi mesi per pulire le strade del paese, per un progetto di pulizia, manutenzione e decorazione del paese. Inoltre, un gruppo di otto giovani marenesi si incontra con i rifugiati ogni settimana, per conversare e favorire il clima di integrazione e accoglienza. Una mobilitazione generale che ha coinvolto gli stessi abitanti di Marene, che oltre ad attivarsi come volontari, donano spesso capi di vestiario e altri articoli di prima necessità.
Durante la serata del 26 dicembre abbiamo trascorso un’esperienza vibrante, proprio come il suono delle percussioni e di quella musica che, durante la serata, è stata capace di sciogliere la trasparente barriera tra noi e loro, anche in modo piuttosto concreto. Il gruppo Lamp Fall, costituito da ragazzi e ragazze senegalesi, ha infatti accompagnato e intervallato, a suon di percussioni, tutti gli interventi e le testimonianze dei volontari e del sindaco Roberta Barbero, creando un’atmosfera gioiosa e di festa, coinvolgendo anche noi nei loro balli tipici. Per concludere, prima del buffet senegalese a base di fataya e bissap, alcuni di loro, inclusi lo stesso Sindaco e la signora Teresa, sempre attenta alle esigenze dei ragazzi rifugiati che ospita, hanno indossato i costumi tipici senegalesi e sfilato tra applausi e musica.
Essere lì, presenti e partecipi, osservare e ascoltare, ci ha permesso di capire e di essere testimoni dell’arricchimento da parte di chi accoglie, che spesso passa in secondo piano o addirittura dimenticato.
Abbiamo potuto vedere da vicino i risultati, le problematiche, le soddisfazioni del processo iniziale di accoglienza e integrazione di questi ragazzi nella comunità marenese, ma siamo stati anche partecipi e testimoni di un coinvolgimento culturale e sociale.
Come i marenesi si stanno impegnando mettendo a disposizione tempo e doti per questi rifugiati, così i ragazzi stanno contribuendo con azioni di servizio concreto e, indirettamente, a rendere i volontari sempre più aperti e ben disposti verso nuove culture e usanze. Lo scambio è equo, l’arricchimento è indubbio e le soddisfazioni, se non ci si ferma, arriveranno.
Alla fine della serata, io e mia mamma, abbiamo lasciato Ramè con un sorriso, ascoltando in macchina verso Torino il cd dei Lamp Fall, cariche di tanta energia positiva, tacita speranza e profonda convinzione che le cose girano nel modo giusto e che il buio, la rassegnazione, la rabbia che a volte sembrano non abbandonarci devono essere affrontate con la consapevolezza che basta una presa di posizione per iniziare a smuovere anche la più imponente e massiccia montagna.

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