LA VOCE E IL TEMPO intervista il Presidente Livio Bertola

Articolo del 18-02-2024 a cura di Patrizia Spagnolo
L’Aipec e la cultura del dare, l’esempio “Bertola”

È possibile la fraternità nel mondo del lavoro? «Sì, è possibile. Anzi, conviene!», risponde senza esitazioni Livio Bertola, titolare dell’omonima azienda di Marene, in provincia di Cuneo. Ne è così convinto che nel 2012 è stato tra i promotori, rispondendo a un invito dell’economista Luigino Bruni, di un organismo che rappresentasse gli imprenditori italiani che si ispirano ai valori dell’Economia di Comunione ideata da Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari. Un’economia fondata sulla «cultura del dare», sulla centralità della persona e sul bene comune, nella convinzione che nessuna forma di povertà possa essere curata senza l’inclusione delle persone svantaggiate all’interno di comunità vive e fraterne, anche nei luoghi di lavoro.
Così, nel 2012, è nata l’Aipec – Associazione italiana imprenditori per un’economia di comunione (www. aipec.it) -, di cui Livio Bertola è presidente.
«I principi sono cristiani», dice, «ma l’associazione è aconfessionale e apartitica, aperta a tutti. Prende le mosse dalla proposta di Chiara Lubich ma vuole andare oltre. Quello che facciamo è far emergere il tanto che di buono già esiste nelle persone e nelle imprese e metterlo in comunione, provando scientificamente il valore sociale, cioè i benefici che un certo modo di fare impresa ha sulla società».

Ecco perché l’Aipec presta particolare attenzione alla narrazione, alla testimonianza, al racconto di realtà imprenditoriali che offrono «un modello valido e concreto di aziende vive, sane e competitive, capaci di mettere la persona al centro della propria attività».

Racconti che trovano il loro spazio negli incontri periodici che l’associazione organizza (l’ultimo dei quali si è svolto il 5 febbraio scorso a Torino) proprio per condividere esperienze, idee, progetti. «Bisogna testimoniare le cose belle quando ci si lascia guidare da Dio», dice Bertola, «Solo mediante una rivoluzione culturale sarà possibile uscire da questa crisi economica e di valori. E il cristiano non deve chiamarsi fuori dalla società civile, non deve nascondersi ma testimoniare, avere più coraggio, far fruttare i talenti e non seppellirli». L’Aipec rappresenta oggi circa 200 realtà distribuite in tutta Italia tra imprenditori, aziende, professionisti, commercianti, associazioni, cooperative, consorzi, ma anche studenti, lavoratori dipendenti, pensionati e disoccupati… Tra i soci onorari, Carlo Petrini, Stefano Zamagni ed Ernesto Olivero. Ogni incontro è occasione per testimoniare esperienze, per raccontare storie vecchie e nuove e farle emergere, tutte a sottolineare che, afferma il presi-dente, «dare rende più felici, crea un bel clima e fa anche crescere il business. Sì, conviene esssere virtuosi». Parola di chi ha un’azienda che da sempre abbraccia questi valori.
La ditta «Bertola srl» di Marene ha appena compiuto 78 anni ed è specializzata nella cromatura e nei trattamenti galvanici. Negli anni della crisi economica innescata dalla pandemia di covid ha ricevuto nuove e importanti commesse proprio grazie all’attrattiva esercitata dalla cultura del dono: l’attenzione alla persona (lavoratori trattati bene, soddisfatti e motivati), la valorizzazione dei talenti, la ricerca del bene comune e il rispetto per l’ambiente (con la sostituzione nella lavorazione del cromo trivalente a quello esavalente, tossico e cancerogeno) hanno fatto aumentare notevolmente il giro d’affari dell’azienda, che ha così assunto altro personale, reclutato anche tra persone bisognose.
«Diamo sempre; diamo un sorriso, una comprensione, un perdono, un ascolto; diamo la nostra intelligenza, la nostra volontà, la nostra disponibi
lità; diamo le nostre esperienze, le capacità. Dare: sia questa la parola che non può darci tregua»: ecco le parole di Chiara Lubich che hanno ispirato la nascita dell’Aipec. E’ così che si manifesta la fraternità, possibile anche nel mondo del lavoro – tema al quale è dedicata la prima settimana di quaresima sul sussidio QdF «Custodi gli uni degli altri», se l’attività economica non insegue solo il profitto ma diventa un’opportunità per promuovere la persona e il territorio, in cui ognuno si riconosca nella relazione con gli altri e per gli altri.

Intervista al Presidente Livio Bertola su VOCETEMPO 18_02_2024

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