Carlo Petrini

petrinitratto da corriere.it

Personalità di grande rilievo, impegnata nel sociale e da sempre impegnato nel contrasto alle diverse forme di disagio ed emarginazione, oltre che grande esempio di spirito imprenditoriale eticamente orientato.

Bra (CN), 22 giugno 1949, giornalista e fondatore di Slow Food. Unico italiano inserito nel gennaio 2008 dal quotidiano inglese Guardian tra le 50 persone che «potrebbero salvare il pianeta». Nel 2007 premiato in Francia dall’associazione Traditions & Qualité – Les Grandes Tables du Monde (prima volta che il riconoscimento non è andato a uno chef o a un ristorante). Detto Carlin. «La mia levatrice si chiamava Gola, madama Gola, e dunque, in fondo, non ho fatto altro che dare retta al destino».

«Carlo Petrini è uno dei pochi leader mondiali che abbiamo in questo Paese. Organizza la più grande rassegna mondiale di contadini. Frequenta Carlo d’Inghilterra, Vandana Shiva, gira il mondo, il suo Slow Food ha 40 mila iscritti in America» (Michele Serra).

«Partendo dalla cultura del cibo, ha messo in piedi, dall’84 a oggi, non solo un’associazione internazionale come Slow Food, in prima linea nella difesa delle colture in via d’estinzione e delle biodiversità; non solo la prima università al mondo di Scienze dell’alimentazione, a Pollenzo (di fianco a Bra, naturalmente); ma anche una rete mondiale di contadini che non ha eguali, probabilmente, nella storia» (Michele Serra).

«Ogni articolo che parla del movimento Slow Food ne associa l’invenzione, il moto ispiratore decisivo, alla reazione per l’apertura di un McDonald’s in piazza di Spagna a Roma nell’86. Ora la cosa fa parte della biografia ufficiale del movimento, ma anche se la mobilitazione popolare a quel fast food fece la sua buona parte, in realtà la genesi fu molto più complessa. Da anni infatti esisteva già Arcigola, la lega enogastronomica dell’Arci, e da ancor più tempo c’era un gruppo di amici sparsi in tutta Italia, con la passione del buon vino e del buon cibo tradizionale, che si riuniva periodicamente in festosi incontri conviviali per approfondire la conoscenza della gastronomia. Quel gruppo è ancora oggi in gran parte la dirigenza delle associazioni Slow Food Italia e Slow Food Internazionale. Gli amici frequentavano intellettuali, si riunivano con artisti di vario tipo, bazzicavano con entusiasmo l’umanità paesana e contadina dei propri luoghi d’origine. Il cuore di tutto fu la Langa e la sua cultura rurale: un modo antitetico di intendere la vita negli anni del rampantismo e dello yuppismo. Il motore, invece, fu una lunga riflessione intorno alla lentezza, allo slow più che al food».

Terra Madre (incontro della comunità mondiale del cibo) «nasce dai Premi Slow Food: venivano contadini da ogni parte del mondo, parlavano lingue diverse ma dopo mezz’ora, magari a gesti, cominciavano a comunicare, mettevano a confronto le loro culture materiali, erano felici. All’inizio erano un centinaio, i loro nomi e le loro storie, assolutamente straordinarie, erano segnalati da una giuria di ottocento giornalisti sparsi nei vari continenti. Al Premio venivano anche loro, gli ottocento giornalisti, tutti grandi amici, per carità. Però mi sono chiesto se invece di invitare ottocento giornalisti e cento contadini non fosse il caso di invertire le proporzioni».

«Io sono figlio di un’ortolana cattolica e di un ferroviere comunista, la terra e il viaggio evidentemente ce l’ho nel sangue».

Nel giugno 2008 feroce levata di scudi dei docenti della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università di Torino per la decisione di chiamarlo in cattedra «per chiara fama» (ordinario di Sociologia dell’ambiente e del territorio). Chiara Saraceno: «Come si permettono, i colleghi di Scienze, di far diventare qualcuno sociologo? Noi attribuiamo forse il titolo di fisico?». Franco Garelli: «La sociologia è una scienza, sono perplesso».

Nel 2007 membro del Comitato nazionale del Pd. Intervistato dalla Stampa ha dichiarato di aver conosciuto solo due politici che leggono i suoi libri, Renzi e D’Alema.

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Dopo avergli inviato il suo libro Terra madre (Giunti Editore, 2010) e una lettera, ha ricevuto una telefonata da papa Francesco e insieme hanno discusso di un progetto di riorganizzazione e razionalizzazione dei terreni vaticani.