Siamo lieti di condividere con tutti voi il seguente articolo redatto dalla nostra Vicepresidente Ornella Seca a conclusione del convengo “Economia è cooperazione? Un’altra economia è possibile” in Dialogo con il prof. Stefano Zamagni, tenutosi a Macerata lo scorso 5 aprile, di cui abbiamo parlato in questo articolo, buona lettura.

ECONOMIA È COOPERAZIONE?

Non poteva mancare a questo appuntamento la nostra Associazione. Chi più dei nostri imprenditori, dei nostri sostenitori e amici possono dare testimonianza che “l’economia E’ cooperazione”, che coniugare lavoro, tenuta sociale e bene comune è possibile quando si mette al centro la “persona”?

Siamo stati affettuosamente accolti da Romano Ruffini fondatore e presidente della cooperativa “Il Sentiero Servizi”, membro della Commissione Economia di Comunione (EdC) delle Marche, attuale portavoce del Terzo Settore in Provincia di Macerata e tra i promotori del convegno, insieme a Silvio Minnetti dell’associazione culturale Agorà e Franco Micucci presidente ABUNTU.
L’evento è stato promosso per ricordare a dieci anni dalla sua morte, Chiara Lubich che ha lanciato nel ’91 in Brasile il progetto a noi tanto caro dell’Economia di Comunione.

Il dialogo promosso tra i relatori ha dato il via alla nascita, seppur nel necessario tempo ad un “forum del terzo settore maceratese” in collaborazione con il centro servizi volontariato e tutti i soggetti interessati facendo decollare con l’università di Macerata un “Osservatorio sociale” sull’economia civile e sul terzo settore sul mondo della cooperazione, del volontariato, imprese sociali etc. osservatorio quale luogo di raccolta delle buone prassi per visualizzare anche le virtù civiche e le patologie.

Ospite l’economista Stefano Zamagni in dialogo con i proff. Eleonora Cutrini, Stefano Perri e Ninfa Contigiani. Il prof. Stefano Zamagni ha preso le mosse della sua riflessione dal libro di Karl Polanyi (1944) “La grande trasformazione” in cui l’autore descrive la prima e la seconda rivoluzione industriale; oggi dice Zamagni stiamo vivendo una seconda grande trasformazione associata alla terza e quarta rivoluzione industriale. Nella quarta rivoluzione industriale quello che sta accadendo non può essere affrontato con rimedi correttivi o riforme ma è necessario cambiare le categorie di pensiero. Dal paradigma dell’Economia Politica che ormai è in crisi della prima grande trasformazione, al recupero del paradigma dell’Economia Civile.
Il professore abilmente ci espone le differenze tra i due paradigmi:

  1. L’assunto sulla natura dell’essere umano per l’Economia Politica è “homo homini lupus” = homini ecomomicus (ogni uomo è lupo per l’altro uomo) mentre per l’Economia Civile è “homo homini natura amicus” (ogni uomo è amico per l’altro uomo) – tema della fiducia;
  2. L’economia Civile rifiuta la teoria del NOMA (Non-overlapping magisteria) teoria della separazione delle tre sfere: l’etica (dove si giudica quello che lecito e no), della politica (fini) e l’economia (mezzi) sfere che devono essere separate e non sovrapposte secondo l’Economia Politica;
  3. Il fine cui tende l’Economia Politica è la massimizzazione del bene totale; il fine a cui tende l’Economia Civile è la massimizzazione del bene comune. La differenza tra bene totale e bene comune è sostanziale l’una è una sommatoria (aumentare la dimensione della torta – PIL), l’altra una produttoria dei beni individuali (non posso lasciare indietro nessuno);

Tutti i segnali a cui assistiamo ci conducono verso un ritorno alla logica dell’Economia Civile così le testimonianze di Livio Bertola, di Maurizio Cialotti e Roberto Casali, di Romano Ruffini che con le loro realtà aziendali hanno saputo mettere in luce le esperienze di vita lavorative in cui affiora non solo il profitto ma tanto altro, dove l’imprenditore diventa trasformatore della realtà, hanno dato consistenza agli importanti contributi di Zamagni e degli altri professori.
La Felicità che è lo scopo per cui viviamo così contribuisce naturalmente alla fioritura umana non solo dei propri dipendenti/collaboratori ma anche delle persone che abitano il territorio in cui è insediata l’azienda, il professionista, l’artigiano contaminando con logiche di fiducia, di speranza, di certezze che un’Economia Civile è possibile perché è già attuata da molti e ne sono testimonianza chi vive i progetti dell’Economia di comunione, del commercio equo solidale, del voto con il portafoglio etc..

Apprezzato l’intervento dell’illustre ospite Fabio Storchi “past presidente di Federmeccanica” arrivato apposta da Reggio Emilia con il socio d’azienda Aimone Storchi, inoltre tra i presenti anche alcuni dirigenti d’aziende fra cui iGuzzini.

Al termine del Convegno un gruppo di imprenditori che da anni vivono nelle proprie aziende l’Economia di Comunione hanno voluto conoscere di più AIPEC e con il reciproco impegno di restare in contatto abbiamo concluso la serata a cena in un clima fraterno da Piero e Giuliano, grandi ristoratori edc a Porto Sant’Elpidio.

Tra i messaggi ricevuti uno è per tutti “Grazie di essere venuti a portare la vostra esperienza ed il vostro sorriso” e pur stanchi per i viaggi spesso rocamboleschi per questa nostra Italia torniamo a casa sempre arricchiti non solo da quella “dignità scientifica” che gli studiosi economisti ci danno, ma ricchi degli sguardi e delle domande che spesso i presenti ci donano, di questo noi siamo grati sempre.

2018.04.05 Macerata – Economia è cooperazione?

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