Articolo a cura di Antonella Ferrucci tratto da edc-online.org
Si è svolto al Polo Lionello Bonfanti il seminario SEC “Sorella pianta: quali ispirazioni dal mondo vegetale per il capitalismo ed il futuro dell’impresa”. Circa 60 i partecipanti.
A Loppiano lo scorso 30 novembre si è svolto un esperimento unico nel suo genere: due mondi che apparentemente non avrebbero niente da dirsi -quello delle piante e quello dell’impresa (neurobiologia ed economia) – hanno dialogato, contaminandosi, alla ricerca di spunti per immaginare forme d’impresa e modelli economici innovativi; modelli capaci di non fuggire di fronte alle sfide, ma di restare radicati al proprio territorio e da queste radici ricominciare.
Le piante, a differenza degli animali, sono organismi che all’inizio dei tempi hanno scelto di evolvere in maniera stanziale, mettendo radici: per questo hanno sviluppato la capacità di sopravvivere ai predatori nel luogo dove sono cresciute, diversamente dagli animali che di fronte ad essi si spostano o fuggono. Lo ha spiegato il botanico Stefano Mancuso, precisando che ciò può accadere perché le piante hanno costruito un corpo modulare, privo di organi singoli, in cui ogni parte può supplire a tutte le funzioni: anche se un predatore erbivoro o un incendio fagocitano la gran parte di una pianta, essa può sopravvivere e ripartire. Si può parlare anche di una vera e propria “Intelligenza delle piante”: gli studi più recenti hanno dimostrato che le piante sono in grado di comunicare fra loro e con l’ambiente che le circonda, di ricordare, di fare scelte, di risolvere problemi con raffinate strategie. E’ evidente la differenza di approccio rispetto al mondo animale che è evoluto attraverso la creazione di organi specializzati: se uno di questi viene colpito, l’animale non può sopravvivere. E’ interessante constatare– ha affermato infine Mancuso- che il mondo vegetale riesce a innovare perché “non è gerarchico”.
Cosa suggerisce tutto questo al mondo delle imprese? Se l’impresa tradizionale ha seguito nella sua organizzazione strategica il modello animale, specializzato e gerarchico, -ha affermato Luigino Bruni-, esistono anche modelli d’impresa più simili all’organizzazione del mondo vegetale, ad esempio le cooperative, in cui ogni socio ha in sé la capacità di rigenerare l’organizzazione nel territorio in cui opera. Significativo per Luigino Bruni anche il rapporto fra gerarchia e innovazione: le organizzazioni gerarchiche risultano più efficienti ma poco innovative; ecco perché è importante la sussidiarietà anche nelle imprese, dove chi ha più capacità di innovare e di risolvere i problemi è chi su quegli stessi problemi lavora, e non chi arriva dall’esterno.
Una curiosità sollevata da Bruni: “Ma nel mondo delle piante c’è solidarietà? Ci si aiuta?“. Mancuso ha risposto raccontando una serie di esperimenti che fanno vedere come le reti nel mondo vegetale siano essenziali per far sopravvivere i più piccoli e i più deboli. Le piante resistono e vivono molto più a lungo degli animali perché l’obiettivo del mondo vegetale è far sopravvivere la specie, e non i singoli.
Gli interventi di Stefano Mancuso e Luigino Bruni ed il dialogo che ne è seguito hanno suscitato vivo interesse e ampia riflessione fra i partecipanti al seminario. Certamente il dialogo fra questi due mondi solo apparentemente distanti continuerà e non mancheranno prossime occasioni di approfondimento.